venerdì 7 dicembre 2007

NIENTE CAMBIERÁ

Difficile il rientro. Problemi di connessione.
Le frequenze temporali sono saltate. Non ne conosco il motivo. Forse sono stati quelli davanti a me, la gentaglia del mio futuro, per spiegarsi.
Certo non possono schermarle per l’eternità . Le frequenze sono come il vento solare, o che so io, le maree. Non si fermano per sempre. Rimangono lì, da qualche parte nelle frange del multiuniverso. Le puoi nascondere per un po’, ma alla fine trovano sempre il modo di fuoriuscire. Un po’ come l’acqua che raccogli tra le mani quando ti sciacqui il viso la mattina.
Mi sono sciacquato il viso stamattina? Non saprei. Sono molto confuso in questo periodo.
No, non è il pulsion. Quello l’ho abbandonato per un po’. Ti distrugge davvero…
Ho incontrato dei tizi giù oltre l’Anello Rosso, gente strana, evoluzioni ibride, scienziati guerrieri che viaggiano molto. Viaggi strani, non chiedetemelo.
Li chiamano i Lumi, santi, saggi, drogati. Che cazzo ne so. Appaiono sotto forma di meduse fosforescenti, con filamenti lunghi chilometri. Hanno tentacoli ovunque. Si muovono senza spostarsi. Allungano le loro diramazioni toccando universi alieni. Il sogno. La materia. Il tempo.
Avevo paura ma li ho parlato di HGW. Loro lo conoscevano bene e mi hanno detto cose poche rassicuranti. Secondo loro è completamente inutile. Non serve a un cazzo, in poche parole.
Potrei continuare a parlarvi di come sarà il vostro futuro, della fine che faranno miliardi di persone impreparate all’avvento del virus, dei modi più disparati con cui il vostro governo vi manopola. Niente di questo cambierà ciò che deve succedere.
I Lumi hanno parlato, con i loro occhi di poltiglia azzurra appesi a quelle grosse teste di medusa.
Continuerò a scrivervi.
Continuerò ad accendere HGW, anche se la speranza che serva a qualcosa diminuisce ogni giorno che passa.
Nel frattempo sprofonderò ancora più sotto, dove le cellule celebrali faticano a dialogare con gli impulsi elettrici del sistema. Devo conoscere. Devo sapere.
Anche se questo potrebbe trasformami in un ameba strisciante.
In parte lo sono già.

George, 20 febbraio 2084

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