venerdì 26 ottobre 2007

ACCELERAZIONE INFINITA

Ho il pulsion in circolo, ma non voglio giustificarmi. Ne avevo bisogno, così sono passato da Sylfus prima di accendere l’HGW.
Sylfus è un e-dealer, niente di umano. Ha molte rappresentazioni e copre quasi l’intero primo anello del sottosuolo. Il primo anello è il più prevedibile. Una parete di luce azzurra lo delimita. Oltre quella, può succederti di tutto…
Non dovrei usare questo aggeggio mentre ho degli amplificatori percettivi in testa, ma ultimamente sento il bisogno di un po’ di distrazione.
Non ne abuso… e come potrei. Non riesco a reggerlo come gli altri. Parlo dei reietti, quelli che non si staccano mai dal processore. Quelli ormai sono andati.
Distrazione infatti. Proprio così!
Due giorni fa mi sono svegliato davanti al vuoto. Volevo farla finita. Succede a molti sapete. Nessuno ne parla, ma succedono! Ne saltano giù un centinaio ogni giorno. Noi dell’Alert li facciamo passare per vittime del terrorismo, ma sappiamo bene di cosa si tratta. Suicidi.
È la presa di coscienza che li frega. Magari incappano in qualche oasi informativa della rete, oppure un portale criptato. Li viene vomitata addosso tutta la merda che il governo è riuscito a seppellire, e di conseguenza scoppiano. Si gettano dagli edifici. Poveri Icari…
Ma c’è anche chi è stanco, annoiato, depresso. Sempre più gente lo è. Nessuna droga riesce più a soddisfare queste creature striscianti. L’overdose è storia passata. Prima ne moriva tanti, poi le industrie farmaceutiche sono riuscite a tarare i loro prodotti in modo da non portare mai il consumatore all’overdose. Dopotutto un cliente morto è sempre un cliente in meno, no!
Il pulsion è maledetto. Lo taglio al massimo, ma riesce sempre a fregarmi. Ecco che arriva una spinta. Troppa luce, oh mio dio….
Sta passando… Tamburi, torce nel vento, oscurità, un respiro.
Scusate…
Non posso schermare il programma mentre sta girando. Devo continuare a narrare, a parlarvi, altrimenti si disconnette, ed io potrei rimanere impigliato in una piega del tempo. Brutta storia davvero…
A volte mi sento come un passeggero di un treno impegnato in una folle corsa, due binari diritti verso il vuoto e un’accelerazione infinita. Abbandonarlo significa morire. “Niente da fare. Goditi la corsa, amico!”
È probabile che alcuni di voi si sentano esattamente come me. Ma vi assicuro che il vostro treno è una lumaca in confronto al razzo che ho sotto il culo. Forse siete ancora in tempo a tirare il freno di emergenza. Forse potete ancora mandare tutto al diavolo. Forse…

George, 26 Gennaio 2084

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