martedì 30 ottobre 2007

NIENTE RIPOSA IN PACE

È una splendida giornata di sole, ideale per farsi un giro in barca.
A volte mi chiedo se sia sbagliato tutto questo. Se il gioco non sia valso la candela. Se al mondo non ci sia davvero spazio per tutti. Se la legge del più forte non sia l’unico equilibrio possibile per la razza umana.
Lasciare la rete per un paio di giorni può farti guardare tutto da un’altra prospettiva. Una visione senza dubbio conveniente, un espediente per lenire le proprie colpe e quelle dei tuoi governanti.
Dall’inizio del tempo si nascondo gli orrori sotto lo scuro drappo della dimenticanza, e indossiamo il nostri sorrisi più luminosi facendo finta di niente. L’unico modo per andare avanti…
Ma nessun segreto rimane nascosto per sempre.
Niente riposa in pace, senza una degna sepoltura.
È una splendida giornata di sole…
…e da qualche affiorano i resti di un abominevole sacrifico.

George, 30 Gennaio 2084

venerdì 26 ottobre 2007

ACCELERAZIONE INFINITA

Ho il pulsion in circolo, ma non voglio giustificarmi. Ne avevo bisogno, così sono passato da Sylfus prima di accendere l’HGW.
Sylfus è un e-dealer, niente di umano. Ha molte rappresentazioni e copre quasi l’intero primo anello del sottosuolo. Il primo anello è il più prevedibile. Una parete di luce azzurra lo delimita. Oltre quella, può succederti di tutto…
Non dovrei usare questo aggeggio mentre ho degli amplificatori percettivi in testa, ma ultimamente sento il bisogno di un po’ di distrazione.
Non ne abuso… e come potrei. Non riesco a reggerlo come gli altri. Parlo dei reietti, quelli che non si staccano mai dal processore. Quelli ormai sono andati.
Distrazione infatti. Proprio così!
Due giorni fa mi sono svegliato davanti al vuoto. Volevo farla finita. Succede a molti sapete. Nessuno ne parla, ma succedono! Ne saltano giù un centinaio ogni giorno. Noi dell’Alert li facciamo passare per vittime del terrorismo, ma sappiamo bene di cosa si tratta. Suicidi.
È la presa di coscienza che li frega. Magari incappano in qualche oasi informativa della rete, oppure un portale criptato. Li viene vomitata addosso tutta la merda che il governo è riuscito a seppellire, e di conseguenza scoppiano. Si gettano dagli edifici. Poveri Icari…
Ma c’è anche chi è stanco, annoiato, depresso. Sempre più gente lo è. Nessuna droga riesce più a soddisfare queste creature striscianti. L’overdose è storia passata. Prima ne moriva tanti, poi le industrie farmaceutiche sono riuscite a tarare i loro prodotti in modo da non portare mai il consumatore all’overdose. Dopotutto un cliente morto è sempre un cliente in meno, no!
Il pulsion è maledetto. Lo taglio al massimo, ma riesce sempre a fregarmi. Ecco che arriva una spinta. Troppa luce, oh mio dio….
Sta passando… Tamburi, torce nel vento, oscurità, un respiro.
Scusate…
Non posso schermare il programma mentre sta girando. Devo continuare a narrare, a parlarvi, altrimenti si disconnette, ed io potrei rimanere impigliato in una piega del tempo. Brutta storia davvero…
A volte mi sento come un passeggero di un treno impegnato in una folle corsa, due binari diritti verso il vuoto e un’accelerazione infinita. Abbandonarlo significa morire. “Niente da fare. Goditi la corsa, amico!”
È probabile che alcuni di voi si sentano esattamente come me. Ma vi assicuro che il vostro treno è una lumaca in confronto al razzo che ho sotto il culo. Forse siete ancora in tempo a tirare il freno di emergenza. Forse potete ancora mandare tutto al diavolo. Forse…

George, 26 Gennaio 2084

giovedì 25 ottobre 2007

NON CHIEDERE E TI SARÁ DATO

Non chiedere e ti sarà dato.
Questa è una delle ideologie fondamentali del Grande Protettorato.
Non chiedere perché, chi, cosa, dove… Non domandarti il motivo di questo o di quello. Non dubitare di lui o di lei. Non chiedere!
E perché mai dovresti farlo, se non ti manca niente…
Questo succedeva anche al vostro tempo, almeno nella maggior parte dei casi. Ma c’era qualcuno che non si faceva abbagliare dal teatrino dei governi. Forse perché ancora il meccanismo non era perfettamente funzionante. Vi erano insoddisfazione, precariato, crimine, disuguaglianze, e molti altri fattori che minavano la stabilità della vostra società. Per questi motivi riuscivate ancora a fomentare un po’ di sana dissidenza.
Non abbastanza però dal deviare il vostro cammino da un mostruoso susseguirsi di eventi.
Vi sono canali criptati, nel sottosuolo della rete, in cui è ancora possibile vedere le immagini dei grandi forni crematori, quelli che ridussero in cenere milioni di corpi colpiti dal virus. Si dice che molti di questi erano ancora vivi quando vennero ammassati insieme, per essere poi gettati dalle ruspe nelle grandi bocche delle fornaci.
Fumo nero nel cielo, e odore di morte nell’aria!

George, 25 Gennaio 2084

martedì 23 ottobre 2007

LA MORTE DI DIO

Nel 2037 Dio é morto.
Additato come l’unico responsabile di ogni guerra perpetuata sin dall’inizio della storia, il governo ha quindi preso le dovute precauzioni per sopprimere un concetto obsoleto di pace, giustizia e amore. Nel nome della Grande Democrazia ha proposto un referendum mondiale, ottimamente sostenuto dal nostro ufficio (l’Alert Information), per criminalizzare ogni forma di credo. Il risultato favorevole ha dato inizio a due anni di soppressione continua e sistematica di ogni istituzione religiosa.
Il 25 dicembre del 2037, la contingenza di diverse demolizioni controllate dei maggiori santuari della storia umana, tra quali la chiesa di San Pietro a Roma e La Mecca, ha ufficializzato il trapasso di un concetto ormai divenuto inutile.
Parallelamente si sono sviluppati svariati movimenti ideologici nel substrato della matrice. I templi sono stati ricostruiti su server inaccessibili alle autorità governative, ma la loro posizione è stata confinata in quello che in gergo è chiamato Underground.
Ancora oggi masse di fedeli in forme filamentose di luce entrano ed escono da questi santuari virtuali. Ancora una volta Dio è risorto.

George, 23 Gennaio 2084

domenica 21 ottobre 2007

VERITÁ E DROGHE

Amerika é il Grande Protettorato. In questa frase avrei già commesso un atto sovversivo, dato che lo scrivere AMERIKA minuscolo è considerato un gesto anarchico e possibilmente terrorista.
Non sto scherzando. È proprio così!
AMERIKA non è uno stato. È un concetto, una religione, un pensiero diventato realtà.
Pace, ricchezza e libertà per tutti. Anzi no, per pochi! E come sarebbe possibile altrimenti…
Ho un attico con vista sulle colline, 13 appartamenti sparsi nelle più importanti città del globo, sei rifugi virtuali in cui andarmene in vacanza, sotto l’effetto dell’Ageon o del Fusion (amplificatori chimici), 10 automobili, un motoscafo, uno yacht e un elicottero. Non sono un benestante, ma una persona normale. Sono l’esempio perfetto dell’Amerikano medio. Lavoro per la Alert Information, il palinsesto ufficiale dell’informazione mondiale. Fabbrichiamo le notizie per mantenere l’equilibrio. Un compito onorevole.
Non abbiamo giornalisti sul campo. Non ne abbiamo bisogno. I giornalisti come li pensate voi, uomini del passato, non esistono più oggi. La notizia non la si cerca. La si fabbrica, o la massimo la si coltiva.
La verità è un accessorio, non più un ideale. Puoi acquistare quella che ti piace di più, e se non calza come vorresti, puoi sempre riportarla indietro con lo scontrino.
Se niente più di soddisfa, ci sono le droghe che ti distraggono. No, non quelle che pensate voi! Eroina, marijuana, cocaina, extasy… ricordo che mio nonno me ne parlava. Cose di altri tempi.
Dove sorgevano campi sterminati d´oppio, ora vi sono le fabbriche della Medicea e della Bayern-Pharma. Huxley lo aveva previsto. Vi ricordate il Soma della sua favola?
Il mercato farmaceutico è senz’altro il più florido di questa nostra economia fasulla, un meccanismo senza più nessuna regola. Ma cosa importa poi…
Droghe per tutti i gusti. Ma attenzione a come le chiamate. No, non si possono chiamare droghe…
Le parole! Mi è così difficile farmi capire da voi. Rileggendomi ho sempre paura di suonarvi come un folle. Il problema è che ci hanno confuso i vocaboli. Non conosciamo più il significato delle parole. Ne abbiamo sempre di più, ma non siamo mai sicuri di quello che vogliono dire.
Le droghe non esistono. Esistono le medicine. Medicine per la mente.
Confetti.
Credetemi, non lo vorreste mai un futuro così!!!

George, 21 Gennaio 2084

venerdì 19 ottobre 2007

POLIFEMO

Ho usato un ascensore.
Gli accessi sono rari, ma è forse il modo più sicuro per scendere nel sottosuolo.
Gli ascensori si trovano su frequenze appena percettibili, generalmente libere. Si appoggiano solamente ad un paio di satelliti ed è possibile utilizzarli solo se possiedi l’equipaggiamento adatto. Ed io, per mia fortuna, lo possiedo!
Se la Matrice in Surface è divisa in livelli, l’Underground si estende su una superficie piatta, praticamente infinita. A volte devi viaggiare per delle ore prima di raggiungere quello che cerchi, ed imbatterti in compagnie poco piacevoli.
Proprio loro, ve ne ho già parlato: i V.E. Virtual Existence. Flussi di luce, tamburi martellanti, esplosioni nervose. Se chi viaggia in rete non è altro che un filamento sottile d’informazione viva, queste creature (complesse evoluzioni di programmi ottenuti attraverso il download di ogni singolo algoritmo di una mente umana) sono dei veri e propri giganti. A volte si presentono attraverso obsolete proiezioni oleografiche, avatar di pessimo gusto. Non avendo più contatto con l’esterno, le loro rappresentazioni tendono ad essere alquanto kitsch. Ma di solito amano mostrarsi in tutta lo loro estensione. Alla fin fine non sono altro che tristi proiezioni di vite prigioniere di un hard disk.
Il professor Huta è uno di loro.
È stato uno dei primi ad interessarsi al progetto HGW, il primo a mettere insieme un prototipo, ed uno dei massimi esperti in materia ancora presenti nel sistema. Molti dei suoi colleghi sono stati frammentati, uccisi a livello di entità, ma riutilizzati dal governo sotto forma di informazioni.
Amante della cultura greca e di Omero, gli piace raffigurarsi dietro le sembianze del gigante Polifemo. Quando mi si è presentato davanti ho avuto più di un attimo di esitazione.
Mi ha detto che HGW è incostante, difficile da controllare, e molto più rumoroso di quello che mi ero immaginato.
Mi ha dato dei consigli su come utilizzarlo. Creare delle schermature fantasma, dei mirror per distrarre le attenzioni.
Spero di riuscire a farlo girare con più calma. Ho da dirvi tante cose, prima che diventi troppo tardi anche per voi…

George, 19 Gennaio 2084

giovedì 18 ottobre 2007

QUESTIONE DI GENETICA

Non so cosa sia successo. L’interferenza é venuta da fuori, come se qualcuno cercasse di tagliare i fili di connessione da una piattaforma esterna. Ho pensato al futuro....
Potrebbe significare che, malgrado tutto, questa mia voce potrebbe davvero fare la differenza. Mi temono, e stanno provando a cancellare ciò che é già successo. Non glielo permetterò!
Non posso stare molto. Devo capire alcune cose dell’HGW.
Scenderò nell’Underground più tardi. Devo trovare Karin e cercare di parlare con uno dei programmatori. Alcuni di loro errano nel sottosuolo da oltre mezzo secolo, distrutti dal pulsion o da altri orribili veleni. Gente che ha visto il mondo prima del virus, gente antica.
Qual’é la loro età?
Ma certo, non ve l’ho detto. La genetica ha fatto passi da gigante. Ancora non é mai morto nessuno di vecchiaia. Gli scienziati stimano una speranza di vita di oltre 300 anni, ma é un dato che sicuramente aumenterà col tempo. Poi ovviamente ci sono le esistenze virtuali. L’Underground ne é pieno.
Tornerò più tardi
Forse domani.
Adios!

mercoledì 17 ottobre 2007

IL VIRUS

Devo stare attento.
HGW gira bene, ma è come un faro nella calma piatta di un oceano silente. Per quanto lo possa schermare, il rischio che mi intercettino è sempre alto.
Non importa. Continuerò ad usarlo finché ne avrò la possibilità
Se questo portale venisse cancellato, vorrà dire che mi hanno scoperto. Vi suggerisco di copiare queste parole, di farle rimbalzare nella rete. Questo è il vostro futuro; il nostro castigo. Forse avete ancora una speranza per tornare indietro. Forse…
197 milioni di abitanti. Tanto spazio per tutti. Interi palazzi adibiti ad abitazione, petrolio e gas sufficienti per almeno altri due secoli, mezzi aerei alla portata di tutti. Puoi farti il weekend a Calcutta se vuoi. Solo 2 ore e 35 minuti con l’Iperjet da Roma.
Siamo tutti ricchi, e non ci manca assolutamente niente.
Il meccanismo è oliato alla perfezione. Niente più guerre. Solo qualche attentato, sapientemente elaborato dal governo per tenerci un po’ sulle spine. Il nemico non è più umano. Si parla di Intelligenza Artificiale ribelle, addirittura di alieni.
Stronzate!!!
Come è potuto succedere?
Semplice. Quasi scontato. Un piccolo virus, ben elaborato, introdotto agli inizi degli anni dieci, impacchettato alla perfezione dalla macchina mediatica produttrice del consenso. Vennero additati i terroristi, come al solito. No, non gli arabi. Quelli erano già passati di moda.
Proprio voi ragazzi! I Terroristi della Rete.
Misero subito i ceppi alla cosiddetta “comunicazione alternativa”, rea di fomentare odio verso i mainstream ufficiali, la politica e le alte cariche statali.
Il virus intanto mieteva vittime, ma il governo assicurava che presto sarebbe arrivata la cura. Il paese che all’epoca veniva chiamato Stati Uniti d’America guidò la crociata contro i nuovi terroristi, mentre Europa e Asia, in balia del virus, non potettero fare altro che acconsentire alla leadership della vecchia superpotenza.
Arrivò la cura, ma non per tutti. La rete era bloccata, ci rimase per oltre due anni, e il silenzio a riguardo era totale. Nessuno sapeva in quanti stavano morendo. Le TV avevano smesso del parlare del virus, ma intanto si continuava a morire.
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FINE COMUNICAZIONE

lunedì 15 ottobre 2007

IL GRANDE PROTETTORATO

Ho scelto di parlare a voi, uomini del 2007, semplicemente perché questa data è la più lontana che sono riuscito a raggiungere. La rete al tempo vostro è ancora estremamente primitiva. La vostra cyber-activity è paragonabile all’attività motoria di una crisalide, la lettura è antiquata, i processi neurali lenti, l’identità assolutamente carnale.
Ma le vostre piattaforme di comunicazione, per quanto obsolete, riescono a soddisfare le mie necessità, e a far si che il mio compito venga svolto.
Oggi è un venerdì, un semplice venerdì di gennaio dell’anno 2084.
Lavoro per una grande compagnia, e questo può suonarvi molto più normale di quanto non sia in realtà. Infatti oggi tutti lavorano per una grande compagnia.
In AMERIKA non esistono confini, culture, etnie. La bandiera ha stelle e strisce di tutti i colori; il Grande Protettorato, il sogno divenuto realtà. Per identificarsi non esistono più né lingue, né stati, né religioni, né usanze. Il grande progetto per il nuovo secolo americano è riuscito al 100%, e adesso siamo tutti figli di un solo dio.
Sormontato da due alte torri che rappresentano il sacrificio di migliaia di persone per un bene più grande, la grande S sbarrata ci osserva e ci guida. Il Dio Denaro è con noi.
Lavorare per una grande azienda riesce a soddisfare ogni tuo desiderio di appartenenza. La compagnia si occupa di te e di tutta la tua famiglia, dell’educazione dei tuoi figli, dell’assistenza sanitaria, del sostegno psicologico, della casa, delle ferie, della tua informazione e di tutte le cose di cui necessiti quando sei attaccato al processore (droghe comprese).
Non ci sono guerre, non ci sono distinzioni, non si muore quasi mai (e solo a causa di qualche sporadico attentato dei ribelli). La maggior parte delle persone appaiono felici, le altre sono costrette a far finta di esserlo.
Vi chiederete come sia possibile tutto ciò? Come sono riusciti gli uomini a raggiungere un equilibrio del genere? Centinaia di paesi e culture, e linguaggi, e religioni, e costumi, tutti sotto un unico segno. Miliardi di persone…
No. Non più…
Vi confesso il primo piccolo segreto.
Oggi è il 14 gennaio 2084 e la popolazione mondiale stimata non supera i 197 milioni.
Riuscite a capire adesso come è stato possibile tutto ciò?
Avverto un interferenza nel sistema. Non posso attardarmi oltre.
Tornerò presto!
Chiudo.

George, 14 gennaio 2084

domenica 14 ottobre 2007

INTRO

Il mio nome è George, e non ha importanza il resto. Questo sarà l’appellativo con il quale potrete chiamarmi.
Tre giorni fa mi trovavo al trentottesimo livello della matrice, vicino ai confini dell’Underground, la zona ormai fuori controllo del sistema. Molti agenti pattugliavano le entrate e le uscite di quel territorio arido, capace di attirare qualche utente solo attraverso i servizi di “virtual-get-togheter” a basso costo, una via di mezzo tra un videogioco e le antiche filosofie new-age.
Comunque non mi trovavo laggiù per quel motivo. Dovevo incontrare Karin, un operator del sottosuolo che avevo contattato per caso attraverso una cripted-chat degli alti livelli. Mi aveva accennato del progetto HGW, e la cosa mi aveva incuriosito. Non poteva addentrarsi in particolari, era troppo rischioso. Mi disse che se ero interessato avrei dovuto incontrarla di persona (si fa per dire!), e così sono sceso.
Karin era un flusso di luce porpora. Mi fece strada attraverso una foresta schermata, un luogo di cui gli agenti non conoscevano neanche l’esistenza. Entrammo nell’Underground attraverso il tronco di una quercia, che dall’altra parte altro non era che il tombino di un vicolo buio e maleodorante.
Camminammo per un po’ attraverso le pozzanghere della città di Tintaboo. Non potevo fare a meno di notare le finestre illuminate degli alti edifici ai lati della strada, intuendo le perversioni che vi si consumavano al loro interno. Questo era il sottosuolo del sistema, il luogo della scelleratezza, il luogo della libertà.
Entrammo in un bar. Il neon azzurro lampeggiava lungo ogni spigolo dell’edificio, i tavoli erano intrecci di laser cremisi. Veniva servito “pulsion” sotto forma di drink; alti bicchieri colmi di una sostanza verdastra, poco raccomandabile, e un ombrellino di carta colorata. Ne ordinammo due.
L’ultima volta che ho gettato in pasto al mio sistema neurale del sano “pulsion”, mi sono rinchiuso per due giorni interi a piangere nello sgabuzzino di casa della mia donna. Un’esperienza magnifica!
Lo sorseggiai piano, e ne lascia più della metà.
Lei mi parlò del progetto. Il suo avatar aveva finalmente preso le sembianze di una donna. Il porpora era rimasto solo sui suoi vestiti di lattex.
La piegatura del tempo nel sistema era il progetto più ambito di alcuni ricercatori outlaw, programmatori un tempo rispettati ed oggi costretti a muoversi nei meandri del sottosuolo. Ne avevo sentito parlare, ma non lo ritenevo possibile.
Nel mondo reale il mito della macchina del tempo aveva intrattenuto generazioni di uomini, ma oggi anche le industrie del divertimento più cheap esitavano a utilizzare un cliche del genere per il loro mercato. Welles era morto e sepolto.
Ma che il tempo potesse essere distorto all’interno della matrice era ancora un argomento intrigante per i gossiper e i cospirazionisti perdigiorno. Molti credevano che il governo stesse già influenzando il passato e il futuro attraverso dei software capaci di aprire degli accessi temporali. Storie fittizie. Favole della rete.
Ma era proprio questo che Karin mi stava proponendo. Lei aveva il software ed era pronto a consegnarmelo. Lo avevano chiamato HGW, in onore dello scrittore inglese.
Secondo i programmatori era impossibile utilizzarlo dentro l’Undreground, a causa della Grande Schermatura Esterna, il sistema difensivo eretto dalle Corporations per ghettizzare il popolo libero della matrice. Solo un operatore dei livelli superiori poteva provare a testarne la sua efficacia, non senza qualche rischio.
Karin non mi disse perché avevano scelto me, ma di sicuro mi stavano dietro da tempo. Qualcuno negli inferi mi conosceva molto meglio dei Signori del Controllo dei piani alti.
Ho impiegato tre giorni a schermare lo schermabile, a codificare il software e a farlo girare sordamente nel mio server. Credo di esserci riuscito.
Credeteci oppure no, ma queste sono le prime righe di un Reporter dal Futuro.
Vi mostrerò la strada che state percorrendo, e il luogo in cui siete diretti, e vi assicuro che non vi piacerà affatto. Ma forse siete sempre in tempo a cambiare direzione.

George, 12 Gennaio 2084