domenica 13 gennaio 2008

LE STRADE DEL PORTO

Ho fatto un giro per il porto, la mia nuova casa. Sono stato fuori per due giorni interi. Avevo bisogno di riprendermi da una settimana intera d’immersione.
Il sushi della Taverna non è poi così male. Oggi lo puoi trovare dappertutto.
I mari si sono ripopolati. E che vi aspettavate… Dopo il virus l’ecosistema è tornato alla normalità. Gli animali sono stati quelli che ci hanno guadagnato di più, e una parte di me pensa che sia stato giusto così. Sarebbe stato giusto così, se il virus fosse stato naturale, se la selezione fosse stata equa.
Invece non lo fu affatto…
Il porto è un posto strano. In un certo senso è un po’ come tornare indietro nel tempo. Edifici sporchi, strade dissestate, insegne al neon intermittenti, che ciondolano come creature fluorescenti impiccate. C’è poca gente a giro. La maggior parte è dentro le bare, a fottersi il cervello.
La Taverna è a tutti gli effetti un centro di sostentamento, finanziato dal governo per tenere i drogati fuori dai piedi. Lo gestisce Simon, un ex agente governativo con la tendenza ad aprire troppo la bocca. L’hanno prima svuotato e poi iniziato a un corso accelerato di cucina. Adesso si aggira per il bancone come uno zombi, delirando frasi senza senso. A volte ti inchioda al tavolo parlandoti di qualcosa, ma non riesce mai a finire una storia. Lo vedi tornarsene in cucina con i piatti vuoti, mentre scuote la testa confuso. Una tristezza.
Mentre tornavo alla mia bara mi sono sentito osservato, ma ho cercato di convincermi di essere solo vittima di una buona dose di paranoia. Di solito il pulsion te la mette addosso. Comunque devo fare attenzione quando esco.
Adesso sono di nuovo dentro. Vado a fare un giro.
A presto!

George, 31 Marzo 2084

Nessun commento: